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al testo di Annalisa Scialpi
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Era una sete, assidua di giorni di giostre di fiori la tua sete, che faceva cigolare le nocche, spettinava i capelli inquieti come falde d’un deserto arso dal sole.
Tessevi sogni scomposti con le filigrane francesi.
Ti attraversava l’incubo della certezza, spegnevi le candele e vedevi oltre le mensole scarne, quell’urlo che accoglievi nel grembo palpitante;
Non mentivi.
Osavi esigere dal destino come un mercante verso i creditori, bussando con mani bianche, volto bianco occhi di colomba ardente.
Chiedevi amore.
Chiedevi l’inspiegabile che traboccasse, lenisse la carcassa dei giorni macerati nell’immobile ordine del contadino ligio al suo padrone.
Bevesti quel vino.
Tutta la cantina grondò nel pozzo del tuo desiderio come fiumi che confluiscono nel letto del grande mare nato dal fiore del deserto.
Emma, fu il tuo nome.
Emma.
E porti ancora, nel tuo insaziato cuore, il fiore di ogni donna in cerca d’amore. |
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